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All'avanguardia
in tutto, Cristina di Belgioioso è per la nostra
storiografia sul Risorgimento un personaggio imbarazzante, da liquidare con
i pettegolezzi e i sarcasmi che il suo pionierismo ispira ai contemporanei.
E l'imbarazzo è accresciuto dal suo rifiuto di
assoggettarsi alla parte della donna madre o della donna consolatrice
dell'afflitto e della donna amante-riposo del guerriero. Cristina introduce
la previdenza sociale in Lombardia, propugna la causa nazionale sui
giornali e sulle piazze, recluta armati, organizza sotto le bombe gli
ospedali romani, sogna una colonia agricola italiana in Anatolia e nel
contempo si permette di vivere una vita sentimentale completa, senza per
questo sottomettersi al marito o all'amante, rifiutando di vivere all'ombra
dell'uomo, affrontando sola con la figlia i momenti più perigliosi ed
eroici della sua vita (dal risvolto di copertina del libro).
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