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Il monotono grigiore che
caratterizzava le economie dell’Est è ormai un ricordo del passato. Oggi,
al posto del Comecon, vi è un insieme estremamente differenziato di nazioni
che, in molti casi, pur tra difficoltà e contraddizioni, in pochi anni
hanno compiuto passi decisivi verso la democrazia e l’economia di mercato. Malgrado ciò, i costi di questa transizione sono stati
notevoli. Contrariamente alle aspettative della
prima ora, la transizione al mercato e la privatizzazione delle economie
pianificate si sono rivelati processi molto più lunghi, costosi e complessi
di quel che comunemente si pensava, limitandosi, per molti anni, alle
piccole imprese e al commercio. In questo saggio – il primo pubblicato in
Italia su questo tema solo apparentemente “tecnico”, ma ricco di evidenti risvolti sociali e politici- vengono
analizzate le complesse e non sempre lineari modalità attraverso le quali
questi Paesi hanno tentato di sciogliere gli innumerevoli nodi posti dalla
privatizzazione, senza capitali e senza mercati finanziari, di migliaia di
imprese costruite in base ai criteri della pianificazione stalinista, con
il conseguente dislocamento di milioni di posti di lavoro e le molteplici
ricadute sociali e politiche.
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