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Il dottor Maurizio Favella e Simona Dentice, sposati da dieci anni, si separano dopo il tradimento della moglie con un vecchio amico di liceo del marito durante una vacanza a Praga, ospiti dell’ambasciata italiana. Favella, dentista affermato, è insoddisfatto della professione, scelta per convenienza e a quarant’anni ha nausea della sua mediocrità. Che fare? Nel corso degli ultimi anni varie circostanze gli danno l’occasione di paragonare l’attività odontoiatrica a quella di professionisti dello stesso suo valore in altri campi. Maurizio ha la prova di sentirsi capace di affrontare nuovi mestieri. Ma le professioni non sono come le arti, richiedono un lungo tirocinio. Saranno allora i suoi dei comportamenti che lo esporranno anche al ridicolo. Quel suo mettersi alla prova in esperienze professionali e umane altrui è morboso, si trasforma nel desiderio malsano di vivisezionare il prossimo. Quelle sue prove di laboratorio si espandono nondimeno a macchia d’olio: non v’è attività, da quella giornalistica e diplomatica alla musicale e parlamentare, in cui Favella non voglia cimentarsi. Ne nasce un’assidua tentazione che getta il dentista in preda a forme di delirio. Storia dei nostri tempi, in bilico fra il grottesco e il surreale (dalla scheda dell'editore).
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