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Di
fronte a un mondo in rapida, confusa e spesso traumatica trasformazione, di
fronte al proliferare dei conflitti, c'è chi sostiene che è tempo ormai di
abbandonare l'utopia del diritto internazionale e della giustizia e di
imparare a navigare sugli eventi con abilità e realismo. Questa posizione
ha il sottile fascino di un cinismo capace , in apparenza, di andare contro
i luoghi comuni e la retorica del moralismo. Eppure
essa nasconde una forte preferenza ideologica: quella a favore della
sovranità assoluta degli Stati-nazione. Per
riconoscere e introdurre un senso e una capacità di gestione nelle
relazioni internazionali contemporanee, Roberto Toscano suggerisce una
strada più difficile e più coraggiosa: prendere le distanze dagli aspetti
tecnici della diplomazia, affrontando alcune questioni fondamentali di
natura etica. Certo, per governare la confusione e il conflitto diffuso c'è
bisogno di istituzioni e regole. Ma per cominciare
a elaborarle è necessario chiarire quali obiettivi
siano da considerarsi prioritari: la pace o la giustizia? La libertà o la
stabilità? La diversità culturale o la comunanza di principi e diritti? Un
libro controcorrente, che analizza le grandi tragedie di questi ultimi anni
– dalla Bosnia al Kosovo, da Ruanda alla Liberia
– senza pregiudizi ma anche senza illusioni utopistiche, interrogandosi sui
motivi delle ricorrenti catastrofi umane e, soprattutto su come agire per
prevenirle e fermarle (dal risvolto di copertina
del libro).
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