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Si
è spesso detto che di fra Dolcino conosciamo con
precisione il giorno, il mese, l'anno della morte, ma non possiamo dire
altrettanto per la sua nascita. In altre parole l'esistenza di Dolcino ha
un avvio piuttosto oscuro prima di giungere a quella notorietà che doveva
costargli la vita. Ribelle per vocazione più che per temperamento, Dolcino
è un convinto assertore del distacco dai beni materiali: nonostante le
incertezze del suo tempo, i limiti della sua cultura e le situazioni su cui
ha dovuto fondare le sue scelte, egli ci appare
come profondamente ispirato, singolarmente moderno nel pensiero e negli
atti, fermo nelle sue convinzioni. La sua predicazione trova,
nell'irrequieto mondo della seconda metà del XIII secolo, un terreno
ideale, un humus in cui affondare le proprie radici. La setta degli
Apostolici, quella che doveva entusiasticamente seguire Dolcino, con la
ricerca dell'uguaglianza ad ogni costo, con il continuo richiamo al
cristianesimo delle origini (da qui il nome), era particolarmente destinata
ad accendere le speranze degli umili e dei diseredati, soprattutto nel
contado, nelle magre regioni prealpine, fra gli scontenti e le vittime del
potere feudale, comunale, religioso (dalla scheda dell'editore).
Originariamente pubblicato nel 1974.
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