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Un antico castello deteriorato e una sontuosa villa di industriali fine secolo, distanti venticinque
chilometri l’uno dall’altra, nel biellese, sono i
veri protagonisti del racconto, ma si può chiamare romanzo? Piuttosto una antologia autobiografica che illumina successive
stagioni della vita a balzi 1925, 1928, 1932, 1942, via via
fino ai giorni nostri quando l’autore sembra considerare sé stesso un uomo
conchiuso che può aspettare soltanto l’ultima occasione (Dino Buzzati).
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