|
Questo
studio esamina, in una trattazione a mezzo tra il giuridico e il politico,
la condizione dei cittadini comunitari residenti in un paese della Comunità
diverso dal proprio. Essi sono “non più stranieri, non ancora cittadini”,
come dimostrano i capitoletti dedicati ai diritti sindacali, alle proposte
dei “diritti speciali” (ivi compreso il diritto di
voto comunale), al passaporto e alla patente di guida europei, al voto dei
cittadini comunitari nelle elezioni per il Parlamento europeo. Tutto ciò fa
lentamente emergere una “cittadinanza europea”, destinata non già a
soppiantare quelle nazionali, ma ad integrarle in un riavvicinamento tra i
popoli che è il fondamento della costruzione
europea (“Rassegna bibliografica sull'emigrazione italiana”, 1988).
|