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È
una sensazione vertiginosa e terribile leggere “Il Passeggero del secolo”,
dialogo tra François Fejtö e Maurizio Serra su “Guerre, rivoluzioni, Europe” del nostro passato prossimo. Perché
in 370 pagine sono racchiusi tutti gli eventi convulsi, lo stupore,
l'entusiasmo, l'indignazione di questo secolo breve e folle che ha
accelerato la storia dell'umanità. Che ha
mescolato i progressi scientifici con Auschwitz e
i gulag, per ricordarci che tra i nostri miti fondativi non c'è solo
l'orgoglio di Prometeo, bensì anche, Caino e Abele. Ma la “passeggiata” lucida e documentata nei cent'anni finali del secondo millennio trasuda passioni
più forti di un normale saggio storico. Poiché Fejtö è stato testimone diretto. Ha vissuto
sulla propria pelle le speranze e le apocalissi. Le due
guerre, lo scellerato “smembramento” dell'impero asburgico,
i totalitarismi rossi e neri, il '56 ungherese, la caduta del Muro di Berlino
(Bruno Ventavoli, “La Stampa” 2 giugno 2001).
La
versione italiana non è una semplice traduzione dell'originale testo
francese. Sono infatti state apportate alcune
modifiche ed integrazioni che tengono conto del pubblico italiano.
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