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La Francia
della Terza Repubblica - la repubblica nata con la disfatta di Napoleone
Terzo e finita con la seconda guerra mondiale - fu lo spazio e il momento
della grande diplomazia. E fu anche l'epoca di una caratteristica specie di
gran commis reclutati tra le file dei letterati umanisti. Incarnazione della
seconda generazione dei funzionari umanisti francesi della Terza Repubblica,
cresciuto in un'epoca di guerre e di rivoluzioni, rappresentante di una
generazione che gli anni Trenta del Novecento lasciarono senza eredi,
Berthelot, ambasciatore, fu il dominatore della politica estera francese a
cavallo della prima guerra mondiale. E fu anche il padrino del salotto
mondano che D'Annunzio definì il più intelligente di Parigi. Questo libro ne
ricostruisce la vita pubblica e la carriera. E con essa, inevitabilmente,
passano sotto gli occhi del lettore gli scenari della Parigi di Proust, di
Giraudoux e Paul Morand, della Principessa Bibesco e del caso Dreyfus, di
Zola, e in politica di Clemenceau e Aristide Briand. Ma, sotto la
prospettiva della grande storia, è anche l'epoca della grande illusione
della guerra mondiale e poi della Società delle Nazioni, il mondo al
crepuscolo di un'aristocrazia del lignaggio o dello stile, di una diplomazia
come arte, che sta per essere rimpiazzato dalle mascelle quadrate dei nuovi
protagonisti (dalla scheda dell'editore).
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