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      La cosa peggiore che ci abbiano lasciato in eredità è 
l'aura nostalgica delle anime belle, il dandysmo ipocrita di un regime del 
consenso, la volontà di estetizzare la politica ad ogni costo. Sono gli esteti 
armati, i condottieri del Bello e insieme dell'Azione: coloro che nella civiltà 
europea degli anni trenta teorizzarono una rivolta decadente contro la decadenza 
in cui l'intellettuale avesse un ruolo di guida, incoraggiarono una fuga dalla 
realtà e una funesta poetizzazione dell'ordine politico, istituirono una sorta 
di aristocrazia guerriera e sensuale. Dai precursori come Stefan George, 
D'Annunzio, Lawrence d'Arabia, alle figure salienti e diversissime fra loro di 
Montherlant Anden, Klaus Mann, la loro vicenda si snoda fino agli "anni di 
piombo", con la parola di Bernward Vesper fra estasi mistica e terrorismo (dal 
risvolto di copertina del libro).   
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