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Nella primavera del 1998, una breve introduzione di
Sergio Romano a un libro di memorie di Edgardo Sogno e Giuliano Bonfante sulla
guerra civile di Spagna ha scatenato, sui giornali italiani, un'autentica bufera
di polemiche, critiche, sfoghi e isterismi il cui veleno e la cui veemenza non
possono non far riflettere. Con la morte delle ideologie, si pensava di poter
avere della storia di questo secolo una visione nuova, obiettiva, finalmente
libera da interpretazioni faziose e interessate. Evidentemente non è così, o non
per tutti. È per l'appunto questa visione nuova di tutto il secolo (dalla Prima
guerra mondiale sino ai giorni nostri) che Sergio Romano, prendendo spunto
proprio dalla guerra di Spagna, cerca di darci in questo libro. Per rispondere
non sul terreno della polemica, ma su quello che gli è proprio della
storiografia, a tutti coloro che non hanno capito – o fingono di non aver capito
– che essere revisionista, cioè “rivedere” continuamente le opinioni comunemente
accettate, è il mestiere dello storico (dal risvolto di copertina del libro).
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