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Nel libro sono raccolti quattro saggi e una nota giornalistica scritti fra il
1979 ed il 1983. Il primo scritto da il titolo al libro. I titoli degli altri
brevi saggi sono: “Diplomazia e lingua nazionale”, “Un vocabolario «reazionario»
del 1799, “Il potere dei muti”, “C’est á Babel que la liberté commence”. Nella
parole dell’autore il filo che lega i testi di questa piccola raccolta: “Essi
sono tenuti insieme da un’esperienza fatta nel periodo in cui furono scritti e
che si è ora conclusa. Debbo a questa esperienza il fatto di avere occupato per
cinque anni una finestra d’angolo all’incrocio fra due strade da cui era
possibile tener d’occhio, contemporaneamente, la vita politica e la vita
culturale, in Italia e altrove. Da quello sguardo, e dalle inevitabili
frustrazioni che l’hanno accompagnato, è sorta la convinzione che gli strumenti
piú necessari all’esercizio di qualsiasi potere – sia esso politico, culturale o
amministrativo – ve ne siano due che non figurano generalmente negli inventari
del suo arsenale: la lingua e il tempo. È questo, per l’appunto, il tema degli
scritti qui riprodotti.”. L’esperienza di cinque anni a cui l’autore fa
riferimento è quella di direttore generale delle relazioni culturali del
Ministero degli Affari Esteri. |