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Crolla l’Impero del Fascio, i soldati americani – nuovi barbari – sbarcano nel nostro paese e – come scrive Sergio Romano – «sono privi agli occhi degli italiani, di una cucina nazionale degna di questo nome. Masticano chewing-gum, mangiano sandwich e candy, bars…». Per i figli degli antichi sibariti e del triclinio sono un vero disastro, e ‘l’ambasciatore’, (li ha conosciuti molto da vicino), ci spiega come e perché, ancora una volta, niente è come sembra aprendo la mente del lettore a quanto di ‘rozzo’ ma ‘saporito’ ogni giovin signore può trovare in certe frittelle da mangiarsi con le salsicce e nel southern fried chicken. Un amabile, affettuoso, raffinato pamphlet e anche un breviario della gastronomia americana privo di fronzoli e di trucchi letterari quali il misterioso ‘gusto tondo’ dell’aroma che infesta le etichette di taluni vini nostrani (dalla scheda dell'editore).
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