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In questo volume viene descritta la terra d’Israele ed in particolare per effettuare questa descrizione, l’Autore si serve di una “situazione” strutturale veramente originale. Le vicende si immaginano narrate, in prima persona, da un suo dilettissimo nipote, che, ora, sulla soglia della giovinezza, rievoca i ricordi della sua infanzia, trascorsa presso il nonno, con i suoi genitori. Così l’Autore sembra scomparire del tutto, mentre l’immaginato giovanissimo autore reca nella narrazione tutta la freschezza d’impressione e di curiosità proprie della sua età, e i personaggi, le situazioni, gli avvenimenti, i ricordi biblici, sono visti e detti per soddisfare le sue crescenti esigenze intellettuali, e per colmare la disposizione allo stupore ed al rapimento propri dei fanciulli. Il libro è ricco di descrizioni di paesaggi, di luoghi ed eventi, ma allo stesso tempo percorso dalla fervida tenerezza del nonno: le esili e care spalle del fanciullo sono caricate di tutte le responsabilità della narrazione, ma insieme egli, diventato personaggio dentro il racconto, è avvolto dalla tenerezza che colma la distanza tra le generazioni, e che costituisce l’altra componente del libro, la gentilezza d’affetti tra nonni, genitori e fanciullo, che resta tuttavia sempre il protagonista..
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