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Novembre
1922: Mussolini forma il suo primo governo con l’appoggio di
liberali e popolari. Il consenso politico c’è, e c’è anche, in
parte, una parvenza di consenso dal basso. Ora occorre consolidare una
leadership conquistata con metodi violenti, limitare gli eccessi delle
fazioni estremiste, controllare le correnti politiche avverse, porre
sotto sorveglianza uomini e gruppi potenzialmente nocivi. È così che
il Duce inizia la creazione di un potente apparato di intelligence. La
Pubblica Sicurezza, la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale,
il Servizio Informazioni Militari, la Ceka, destinata a svolgere le
operazioni più cruente, e l’Ovra, che fin dal nome denuncia tutta
la sua tentacolare e invasiva onnipresenza. E poi gli uomini: pronti a
tutto, privi di scrupoli morali, addestrati all`ascolto del nemico,
perfettamente predisposti ai più spericolati cambiamenti di fronte.
Luca Osteria, lo specialista dell’infiltrazione in territorio ostile;
Arturo Bocchini, algido e curiale capo della polizia; il vicecapo
Carmine Senise, doppiogiochista abile e grande pianificatore di
transizioni politiche; Amerigo D�mini, spietato agente della
Ceka che ostenta pubblicamente i suoi otto omicidi come
un’onorificenza; lo scrittore Pitigrilli, intellettuale mondano e
bifronte, ebreo perseguitato dal potere e allo stesso tempo agente
dell’Ovra. In un complesso gioco di delazioni, di ricatti, di finti
scandali, di inaspettate alleanze e di voltafaccia improvvisi. Ma
anche, nel solco della migliore tradizione nazionalpopolare, di
bastonature, di olio di ricino, di sgangherate esecuzioni. È una
delle doppie anime del Fascismo. E insieme, fatti salvi gli aspetti più
tragicamente grotteschi, uno dei capitoli più bui della nostra storia
(dalla scheda dell’editore)
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last update
15 January, 2006 |
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© Stefano Baldi
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