L'Autore di questi diari – che, come afferma, seguì la sorte della Repubblica di Salò non per convinzione politica, ma per l'impegno di non abbandonare milioni di prigionieri italiani costituita da lavoratori e dalle “Badoglio truppen” – ci offre una testimonianza di prima mano sul Mussolini di Salò, sui gerarchi, sui rapporti con i tedeschi e sulla politica estera della fine della Repubblica (“Affari esteri” n. 54).