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La penna del diplomatico

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Framarino copertina gita

  Author Eva Framarino dei Malatesta
  Title Una gita in blu. Attilio Perrone Capano da Budapest alla Linea Gotica 1943 - 1945
  Year 2013
  Publisher Nuova Trauben
  Place Torino
  Pages 243
   

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Attilio Perrone Capano è un giovane diplomatico di appena 28 anni quando, nel giugno del 1943, arriva a Budapest, presso la Legazione italiana […]. Dopo neppure un mese dal suo arrivo la situazione precipita rapidamente, prima con la caduta del fascismo il 25 luglio, poi con l’armistizio l’8 settembre e infine con la fuga di Mussolini in Germania il 13. L’ambasciatore italiano Filippo Anfuso, appena avutane notizia, parte anche lui per Berlino. Nei tormentati quarantacinque giorni badogliani Budapest si trova così ad ospitare due Legazioni italiane, una fascista riconosciuta anche dalla Germania, alleata dell’Ungheria, e una che si dichiara invece l’unica rappresentante di un governo italiano legittimo, quello del re e di Badoglio.
“Proprio perché Attilio era stato una piccola pedina nella Storia ho potuto ritrovare tracce e documenti e allora sono diventata avida, poi rigorosa, ne ho cercati sempre di più, speravo in nuovi indizi, in imprevisti e sorprese, ottenevo nuovi tasselli e più trovavo, più volevo verificare, incrociare i dispacci del governo a Salerno con quelli di Salò, la Storia di una missione straordinaria di de Ferrariis, dedicata ad Attilio, con le memorie di Anfuso e i racconti dei profughi nei Balcani, i dispacci del Governo Badoglio con quelli della RSI, la descrizione della vita a Bologna attraverso le lettere dei funzionari inviate a Mussolini con i racconti dei clandestini della Resistenza, l’eroismo di sacerdoti senza potere nei paesini dell’Appennino con l’ambiguità delle isti­tuzioni, monsignor Rotta, oggi fra i Giusti della sinagoga di Budapest e l’Arcivescovado filofascista di Bologna, tanto altro e infine le lettere e gli scritti dei familiari. […] Le lettere, gli scritti e le citazioni in carattere courier sono autentici, le altre lettere di Attilio e quelle di Valeria Schiassi le ho scritte io.
Fra i moltissimi documenti che ho consultato e raccolto, ne ho riprodotti pochi, là dove mi sono sembrati espressivi e utili per il racconto o per far parlare direttamente le carte con un gesto di rispetto, un passo indietro.
La bibliografia sugli eventi e i personaggi storici di quel periodo è sterminata: la mia scelta non pretende imitare l’esaustività richiesta a uno storico, ma è servita a illuminarmi e a farmi com­prendere il percorso del mio protagonista” (dal risvolto di copertina del libro).

last update 14 March 2021  

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© Stefano Baldi

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