ANCHE UN CAPITOLO SUI SAGGI SULL’EMIGRAZIONE ITALIANA E SUGLI
ITALIANI ALL’ESTERO
ROMA\ aise\23 luglio 2004 - “Diplomazia e letteratura, diplomazia e
arte, diplomazia e storia: binomi fortemente qualificanti, in cui
l’Italia vanta un primato invidiabile. Da Macchiavelli a
Guicciardini (per non tornare ancora più indietro fino a Dante
Alighieri) i diplomatici italiani sono stati, in Italia e nel Mondo,
all’avanguardia del sistema moderno delle relazioni internazionali
e, al tempo stesso, della diffusione della diplomazia come strumento
di penetrazione e di mediazione culturale”.Con queste parole
l’Ambasciatore Umberto Vattani, Segretario generale della Farnesina
commenta l’interessante pubblicazione curata da due diplomatici,
Stefano Baldi e Pasquale Baldocci: “La Penna del diplomatico. I
libri scritti dai diplomatici italiani dal dopoguerra ad oggi”.“Il
Diplomatico - viene evidenziato – nasce con la penna in mano.
Rapporti, lettere, analisi, comunicazioni interne lo accompagnano
durante tutta la vita professionale. Ma un lato meno conosciuto dei
diplomatici è rappresentato dai libri da loro pubblicati”. Memorie e
saggi storici (primo tra tutti, con i suoi 60 titoli, Sergio
Romano), ma anche romanzi, teatro, poesie e libri di vario genere.
Questo saggio presenta e analizza i libri che sono stati pubblicati
dai diplomatici dal dopoguerra ad oggi. sono stati esaminati oltre
500 titoli, che disegnano un quadro vasto e variegato. Presente
anche un piccolo capitolo dedicato ai saggi sull’emigrazione
italiana e gli italiani all’estero: “Una attenzione relativa è stata
data a questa tematica dai nostri diplomatici sul piano delle
pubblicazioni.Particolarmente sintomatico in questo senso è il dato
derivante da una ricerca bibliografica sull’emigrazione italiana
condotta su 935 testi. Di questi solo 8 erano stati scritti da
diplomatici. Ben poca cosa considerando il numero dei Consolati
italiani nel mondo, nella quasi totalità dei casi affidati
diplomatici di carriera.Fra i libri che si sono occupati del
fenomeno dell’emigrazione in generale, va ricordato Nino Falchi che
ha esaminato, nel suo saggio “International Migration Pressures
(International Organzation for Migration, 1995)” con quali mezzi e
agendo su quali fattori si può positivamente influire sugli attuali
fenomeni di movimenti di popolazioni fra gli Stati. Inoltre Giuseppe
Cipolloni si è occupato de “Gli emigrati dalla emarginazione alla
partecipazione” (Vallecchi,1979).Passando invece a coloro che hanno
trattati di specifiche collettività all’estero, va citato Gianni
Marocco che con il suo “Sull’altra sponda del Plata.Gli italiani in
Uruguay” (FrancoAngeli, 1986), si è proposto di ricostruire le
vicende storiche della nostra emigrazione nel paese
latino-americano.Anche Gerardo Zampagliene, nella sua variegata
produzione letteraria, ha scritto un libro, “Gli italiani in
Illawarra” (FrancoAngeli, 1987) che ricostruisce il passato e le
tradizioni che caratterizzano la comunità italiana di una
particolare regione dell’Australia.Di una comunità numericamente
molto limitata si è occupato Stefano Baldi con l’agile saggio su
“Italiani in Tanzania, ieri e oggi” (CSER,1994), che costituisce uno
dei pochi studi che ricostruiscono le vicissitudini delle piccole
comunità italiane in Africa.Va inoltre menzionato Giovanni Germano
che ha raccolto nel suo volume, ampiamente illustrato, “Gli Italiani
in Canada Occidentale. Come nasce un centro comunitario” (1978), la
sua esperienza di Console a Vancouver.Da ricordare anche le ampie
ricerche condotte da Ludovico Incisa di Camerana che sono state
condensate in due libri “L’Argentina, gli italiani, l’Italia”
(SPAI,1998) e “Il Grande esodo. Storia delle migrazione italiane nel
mondo” (Corbaccio, 2003). In quest’ultimo, l’autore ripercorre la
storia e le caratteristiche degli italiani fuori dall’Italia dal
Medioevo ai nostri giorni. Questa prospettiva di lungo periodo
permette di ridimensionare lo stereotipo negativo dell’emigrante che
ha caratterizzato una parte della nostra emigrazione.Fra i volumi
direttamente o indirettamente riconducibili al problema della
cittadinanza o dei visti si può ricordare quello di Mario Sica,
“Verso la cittadinanza europea” (Le Monnier,1979) oltre al libro di
Mario Fridegotto dedicato l’accordo di Schengen”. Questo libro si
basa su una ricerca durata diversi anni, attraverso la consultazione
di biblioteche specializzate, in particolare quella della Farnesina.
“La Penna del diplomatico.
I libri scritti dai diplomatici
italiani dal dopoguerra ad oggi” (FrancoAngeli Editore - costo: euro
15 - pagine: 160) è stato pubblicato sotto l’egida dell’Istituto
diplomatico “Mario Toscano” e con una prefazione del Segretario
generale Umberto Vattani, l’indagine contiene anche schede
bibliografiche dettagliate per la maggior parte dei volumi
individuati, con una breve descrizione del contenuto. Il volume
potrebbe risultare, quindi, utile non solo ai ricercatori e agli
studiosi di politica internazionale, ma anche a tutti coloro che
desiderano conoscere più da vicino il mondo della diplomazia
italiana. (v.g./aise)
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