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La penna del diplomatico

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  Quaroni Pietro
 

Nato a Roma il 2 Ottobre 1898. Concluse gli studi liceali a poco più di sedici anni al Liceo Massimo e frequentò, in parallelo con gli studi universitari alla Sapienza di Roma i corsi dell’Università di Studi Orientali di Napoli per lo studio della lingua russa. Andò in guerra nel 1917 e visse la traumatica ritirata di Caporetto. Nel 1918, grazie alla conoscenza delle lingue inglese e russa, partecipò alla missione militare internazionale inviata a Tiflis, in Georgia in appoggio alle forze militari russe “bianche” del generale Wrangel nell’ultimo tentativo di resistenza al prevalere delle forze comuniste.

Terminati gli studi universitari con la laurea in Giurisprudenza all’Università di Roma il 29 dicembre 1919, partecipò alla prima ripresa del concorso diplomatico dopo gli anni di guerra e risultò tra i vincitori. Nel luglio del 1920 fu nominato addetto di legazione a Costantinopoli vivendo la crisi dell’impero ottomano e lo sviluppo del nazionalismo kemalista.
Dopo due anni di permanenza in Argentina fu trasferito in Unione Sovietica ne 1925 dove rimase fino all’autunno del 1927 assistendo all’affermazione del comunismo sovietico.

Rientrato a Roma,dopo un breve periodo di servizio a Palazzo Chigi fu trasferito in Albania dove rimase fino all’aprile del 1931, quando fu chiamato a prestare servizio al Ministero degli Esteri presso la direzione degli Affari Politici. Come capo dell’Ufficio I della Direzione Europa-Levante seguì le questioni relative all’Europa Centrale. Membro di varie delegazioni per seguire anche gli affari giuridici e consolari delle svariate Convenzioni cui l’Italia era chiamata a partecipare, fu esperto alla Conferenza di Stresa nell’aprile 1935. In quell’anno commise l’imprudenza di pubblicare sotto un pseudonimo, facilmente riconosciuto, e di ribadire, in conversazioni con un giornalista - intercettate dai servizi segreti di Mussolini - alcuni commenti critici alle direttive di politica e stera del Governo. Fu allontanato del suo incarico al Ministero e dopo un breve periodo come Console Generale a Salonicco fu promosso Ministro Plenipotenziario e destinato in Afghanistan. Vi rimase otto anni come rappresentante dell’Italia in un paese neutrale ma isolato perché circondato – dopo l’inizio della guerra- da paesi ostili all’Asse che ne impedivano i movimenti.

Nel maggio del 1944, dopo lo ristabilimento dei rapporti diplomatici con l’URSS da parte del Governo Badoglio fu destinato, come Rappresentante del nuovo Governo, a Mosca con successiva nomina ad Ambasciatore nell’URSS il 22 novembre 1944. Ebbe una parte preponderante nell’iniziare i contatti ed accertare,cercando di attenuarle, le posizioni sovietiche sul negoziato per il Trattato di Pace con l’Italia. Ebbe anche  un ruolo delicato per attenuare l’appoggio sovietico alle richieste-formulate da vari paesi-di consegna dei presunti criminali di guerra italiani. Consigliere Politico della Delegazione italiana a Parigi per la Conferenza della Pace a Parigi nel luglio 1946 e membro della delegazione italiana per il Consiglio dei Ministri degli Esteri a New York nell’ottobre 1946 fu poi trasferito a Parigi con credenziali di Ambasciatore nel febbraio-marzo del 1947.
Ebbe un ruolo di primo piano nella riconciliazione italo-francese,nella nascita delle successive intese per l’inizio dell’integrazione europea e per il tentativo di un intesa,poi fallita. per la sicurezza europea .Fu membro della delegazione italiana alla Conferenza dei Sei Ministri degli Esteri a Messina, nel maggio 1955.

Rimase Ambasciatore a Parigi per oltre undici anni, fino al trasferimento a Bonn il 1 aprile 1958 .In Germania, grazie alla perfetta conoscenza della lingua tedesca, svolse un intensa attività di conferenziere nelle varie Università tedesche per rafforzare il tentativo di incrementare la conoscenza dell’Italia e gli scarsi contatti tra i due mondi tedesco ed italiano. Fu Ambasciatore a Londra dal giugno 1961 all’agosto del 1964.

Successivamente, Presidente della Rai-Tv dall’agosto del 1964 al giugno 1969, dedicò particolare attenzione ai programmi storici e culturali. Presidente della C.R.I. dal giugno 1969 all’aprile 1970 fu anche direttore della rivista “Affari Esteri” dal gennaio 1969 al giugno 1971, fino alla sua morte l’11 giugno 1971.

E’ autore di numerosissimi studi e pubblicazioni sulla politica estera italiana.
Sottotenente di complemento, arma del Genio, dal 26 settembre 1917, tenente dal 26 giugno 1918. Decorato di Croce di guerra al V.M. per la campagna di guerra 1917-18.
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica dal 1952.

 

 

last update 22 June 2014  

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