Riassunto delle parole pronunciate da
S.E. il Capo del Governo
ai volontari diplomatico-consolari dell’anno X
Roma, Palazzo Chigi, Sala della Vittoria
1 settembre 1932. – X.
Ho voluto riunirvi qui per dirvi il mio elogio per i severi
esami superati, in storia, geografia, diritto ed economia. Questo
rappresenta per voi un fondo sul quale dovrete costruire. Voglio
dirVi alcune cose.
La carriera, anzi chiamiamola missione, - c’è anche la
parola capo-missione – che voi avete intrapreso è la più
importante è la più difficile dello Stato, perché Voi, come
diplomatici rappresentate lo Stato italiano all’estero. Un errore
all’interno è facilmente riparabile; un errore all’Estero nelle
relazioni tra Stati e tra popoli, può portare delle conseguenze
irrimediabili. Ricordatevi che io voglio la verità, tutta la verità;
piacevole e spiacevole, anzi specie se ingrata e spiacevole esigo
che mi sia riferita interamente. E’ inutile, se il mondo è nero
descriverlo rosso.
Nella Vostra carriera occorre una cosa: riserbo, molto
riserbo. Parlate poco, il meno possibile, siate silenziosi quanto
potete; dite solo ciò che è indispensabile che si dica. Occorre
che viviate intimamente la vita dei popoli ove sarete; che li
studiate, ne comprendiate la psicologia, osservandoli molto.
La nostra letteratura diplomatica ha delle bellissime pagine:
i rapporti degli ambasciatori veneti, oltre che per lo stile sono
dei veri monumenti per lo studio psicologico, politico, economico,
sociale dei popoli descritti; anche oggi possono essere utilissimi,
io ne ho letto qualcuno veramente interessante. E ricordate, Venezia
è stata una grandissima Repubblica, uno Stato glorioso.
Nei Vostr rapporti coi superiori e colleghi abbiate
confidenza, cortesia, rispetto. Cogli estranei mantenete la
gerarchia – perché la gerarchia è sempre necessaria – ma
senzia borie; ricordatevi: autorietarietà non è sinonimo di
autorevolezza; vi sono delle persone autoritarie che non sono
autorevoli, le persone autorevoli hanno invece sempre autorità.
Un’altra cosa molto importante: il celibato: Io Vi dichiaro
che non concepisco e non tollero un Console Generale, un Ministro,
un Ambasciatore che non sia regolarmente e legittimamente coniugato.
Voi dovete scegliervi una signora che per la sua intelligenza,
cultura, educazione possa esservi collaboratrice nel Vostro compito
e la signora della Vostra casa: d’altronde, credo, non avrete che
l’imbarazzo della scelta.
Vi ho detto le cose più importanti: alcune altre ancora.
Il diplomatico vecchio stile è morto, bisogna risalire di
cento anni per trovarlo: un signore che si strascica per i saloni
cercando qualche intrigo. L’economia oggi, e per molto tempo
ancora, domina nei rapporti fra i popoli.
Ricordatevi di lavorare con zelo: rispettando l’orario.
Per non burocratizzarVi
all’eccesso sappiate, nelle pratiche, fare una graduatoria di
importanza: non voglio pressapochismi.
Vi rinnovo il mio elogio per la difficile prova superata, e
termino con gli auguri per la Vostra carriera futura, che,
ricordateVi, dipenderà dalle Vostre opere. |