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Un’alba irreale si leva su Phnom Penh, la capitale della Cambogia, il 17 aprile del 1975. Un silenzio impressionante e gravido di oscure attese accoglie le prime avanguardie dei Khmer rossi che entrano in città. Sono guerriglieri giovanissimi, molti di loro non hanno più di sedici anni. Sono i misteriosi seguaci di Pol Pot, saltati improvvisamente fuori dalla giungla. Totalmente plagiati dalla folle ideologia di Pol Pot, si apprestano, senza stati d’animo, a ridurre in schiavitù un popolo destinato a subire uno dei genocidi più aberranti della storia. Un popolo che in pochi anni perderà un quarto della propria consistenza, circa 2 milioni di persone. In proporzione è come se un folle regime causasse in Italia la perdita di quindici milioni di cittadini! Impensabile. Eppure è ciò che è avvenuto in Cambogia, sotto lo sguardo incurante e pigro delle grandi nazioni democratiche, tra il 1975 e il 1979. (dalla scheda dell'editore). |