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Nel mondo dei servizi segreti la realtà supera spesso l’immaginazione. Quale autore di romanzi di spionaggio avrebbe potuto, in effetti, concepire un destino così straordinario come quello di Kim Philby, una delle spie più efficaci di tutti i tempi? Puro prodotto dell’establishment britannico, classico gentleman, Philby renderà immani servigi all’Unione Sovietica e scuoterà alle fondamenta la credibilità del Secret Intelligence Service (SIS o MI6) e dello stesso governo inglese. Arso dal fuoco ideologico marxista-leninista, geniale doppiogiochista, Philby riesce a compiere con successo l’incredibile missione che gli è stata assegnata da Mosca: arrivare fin nel cuore dei servizi segreti britannici! La sua performance andrà peraltro oltre ogni aspettativa. Diventerà addirittura Capo del Dipartimento IX, istituito all’intermo dell’MI6 proprio in funzione anti-sovietica… Sarà a Washington l’ufficiale di collegamento dei servizi britannici con la CIA e l’FBI. I suoi connazionali non lo perdoneranno mai. Scrive il Times a mo’ di epitaffio nel 1988: “…Kim aveva sangue nelle sue mani,il sangue degli agenti segreti britannici e dei resistenti anticomunisti…”. Il libro di Domenico Vecchioni ci fa rivivere, con rigore storico e scrittura gradevole, la prodigiosa avventura di Kim Philby, il terzo uomo. (dalla scheda dell'editore). |