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Le identità e i rapporti umani, soprattutto quelli familiari, possono talvolta assumere le sembianze di catene, strette e insostenibili per il proseguimento della propria vita. Nel primo racconto - sono in totale sette - di questa raccolta di storie, Abdul ha a che fare con la propria condizione di schiavo in una piantagione di caffè. Fuggirà alla conquista di una speranza, come se la sua vita "debba essere riscritta su di una pagina immacolata, bianchissima e nuovissima", portando con sé l'ossessione per quella bevanda, il caffè, che tanto sudore gli è costata, ma il cui aroma è a lui sconosciuto. L'inevitabilità del dramma e dello scontro insiti nella vita può nascere da un'orrenda rivelazione come in "Innocente perversione", o può rimanere muta come in "Quando soffia il vento", racconto ambientato in Sicilia, terra dell'autrice, dove una donna costretta dentro una famiglia mafiosa è "condannata a un'identità non sua, sin dalla nascita"
(dal risvolto di copertina del libro). |