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Occorre talvolta quasi
una vita per rivendicare senza pudori e con qualche orgoglio il destino
che si e' scelto, negli errori commessi come nelle promesse mentenute.
Per farlo puo' essere necessario ricercare il DNA della propria
esistenza risalendo all'infanzia e all'adolescenza. Straniero in
citta' e' la storia di questa ricerca da parte di chi come Gabriele
Sardo a Trieste e' nato e si e' formato, ma poi ha scelto come
diplomatico di carriera una vita altrove, che lo ha reso non solo un
forestiero all'estero ma in qualche modo "alieno" anche
rispetto al suo Paese. Straniero in citta' non e' una
memoria vernacolare o privata: e' piuttosto un tentativo di fare il
punto sulla propria esistenza, accettandone il precario e accarezzandone
l'inconscio. Un trip sul filo della memoria che ha per sfondo
fisico Trieste - le sue vie le sue piazze il suo mare - ma in cui la
citta' diventa il "capolinea di ogni esistenza", "il
luogo permanente e familiare in cui memoria e attualita' si confondono e
dialogano. Sfuggente ma ineludibile come la vita stessa". Straniero
in citta' e' anche un libro inconsueto: piu' che una raccolta di
poesie, e' un movimento unico in endecasillabi, che per la loro facile
leggibilita' sono un invito per qualsiasi tipo di lettore. |