|
In un interessante contrappunto, in cui la Libia del 1972, che Gheddafi ha da poco riconquistato ai colonialisti, si alterna a quella degli anni della colonia, quando gli ebrei erano al terzo e ultimo gradino della scala sociale, il nuovo consigliere dell’Ambasciata d’Italia a Tripoli viene catapultato in una rete di intrighi, dove i servizi segreti e i partiti politici italiani lottano per le tangenti della ricostruzione di una nazione che il petrolio ha improvvisamente arricchito. Con uno sguardo critico e ironico alla nostra colonizzazione prima e dopo la guerra, il racconto ruota intorno alla figura di un umile usciere che la sorte ha voluto trasformare nell’unico punto di contatto tra Roma e
Tripoli (dalla scheda
dell'editore). |