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"Di solito, si tratta di una quarantina di fotocopie, due atti da far firmare al vicesindaco e un fax per la Provincia, cose che sbrigo facendo in modo di non finire troppo presto e mostrarmi impegnato fino allo scadere delle sette ore e un quarto canoniche. Seguendo un programma ormai consolidato, fisso con sguardo attento lo schermo del computer, osservo i manifesti di vecchie sagre paesane appesi alle pareti e il calendario della polizia, sposto tre o quattro volte il portapenne da un lato all'altro del tavolo, apro e chiudo cassetti rovistandoci dentro, e mi prendo brevi ma frequenti intervalli che trascorro fuori in corridoio, tra il bagno e la macchina del caffè".
Giovanni, trentenne impiegato comunale in una piccola isola del Sud Italia, cerca di ritagliarsi uno spazio di modesta notorietà tra amici e colleghi sfruttando il suo talento per le imitazioni e la sua predisposizione naturale a un sarcasmo feroce quanto meschino. Finché l'incontro con Paola, vecchia conoscenza giunta dal continente, non lo costringe a guardare in faccia la propria piccineria, facendo vacillare tutto il mondo di vedute ristrettissime e prospettive mediocri in cui ha voluto relegarsi. Un ritratto divertente e raffinato dei mali italiani, in cui il concetto di normalità conduce a derive inaspettate e vagamente inquietanti.
(dal risvolto di copertina del libro). |