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L'autore, in una delle citazioni che colloca in cima ad ogni raccolta di questo suo libro, ricorda una celebre frase di William Shakespeare: "siamo fatti della stessa sostanza dei sogni". Ed i sogni appaiono a Daniele Mancini tenaci come le nuvole, pur se paradossalmente entrambi sono fenomeni impermanenti per eccellenza. Al labirinto - tema caro all'autore, che vi ha già dedicato due suoi precedenti libri - in cui viviamo immersi nella quotidiana materialità del consumismo pi`¨sfrenato, si può sfuggire solo volandone via, aggrappati alle nuvole ed ai sogni. E per farlo occorre riscoprire la dimensione della nostra interiorità, riabituarsi a comprendere il linguaggio del silenzion, anticamera dell'infinito assoluto" (dal risvolto di copertina del libro). |