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Dieci anni dopo la sfortunata rivolta popolare antisovietica e anticomunista dell’autunno 1956, un giovane diplomatico italiano osserva la vita quotidiana di un’Ungheria apparentemente “normalizzata”, che tenta di ottenere una nuova legittimazione dalla società internazionale. Ma ai fermenti giovanili e alla profonda umanità del popolo, si oppone sempre un partito rigido nei suoi anchilosati principi leninisti e un sistema dittatoriale con la sua polizia segreta, le sue spie onnipresenti e i suoi processi arbitrari, di cui sarà vittima anche un professore italiano. (dalla scheda dell'editore). |