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I ricordi e le riflessioni di un
Ambasciatore che ha rappresentato l’Italia nel difficile periodo della
ricostruzione dell’identità di un Paese distrutto dalla guerra e piegato
nel morale. Un volume tuttavia ricco di ironia, capace di raccontare
momenti difficili della storia internazionale (come la guerra del
Kippur) con leggerezza e sense of humour.
«Lavorare con Cordero di Montezemolo era gradevole e facilissimo ma al
tempo stesso ricco di soddisfazioni. Questo del resto avviene quasi
sempre nel rapporto con una persona di acuta intelligenza, che non ha
bisogno di cercare il compiacimento di raffronti o di abbandonarsi a
suscettibilità o di manifestare ombrosità, perché consapevole delle
proprie capacità e quindi sicuro di sé. E questa sicurezza di Cordero di
Montezemolo si trasmetteva anche a me... Si lavorava in un clima
disteso, perché il “Capo”, con il suo spirito, il suo humour, le sue
espressioni amichevoli e talvolta colorite rendeva per tutti l'ambiente
gradevole. Sotto un aspetto esterno di bonomia e di signorile semplicità
di tratto si comprendeva subito che si trattava di un uomo che sapeva
dirigere, comandare, guidare non imponendo autoritariamente la sua
volontà e non soffocando le altrui autonomie di lavoro, ma convincendo
con una parola, con una frase, talvolta con uno scherzo.» |