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L’esercizio della diplomazia si lega intimamente alla nascita e all'evoluzione dello Stato moderno, che ebbe origine nel tardo Medioevo ed epicentro in Italia. I modelli elaborati nella Penisola conobbero immediata diffusione presso i grandi sovrani, non solo europei come l’imperatore, ma anche “periferici” rispetto al continente, come il sultano turco o lo zar russo. È singolare che i protagonisti dei primi contatti diplomatici tra l’Europa e questi mondi “esterni” provenissero, tra XIV e XVI secolo, da una piccola realtà come la Contea di Gorizia, marginale rispetto alla Penisola italiana e all'Impero germanico, ma prossima e baricentrica in rapporto alle grandi potenze dell’epoca: Venezia, Asburgo, Ungheresi, Ottomani, Stato pontificio. I primi ambasciatori “germanici” al Cremlino e alla Porta sono in realtà nobili goriziani, scelti per le loro qualità proprie di un territorio-ponte tra tre civiltà: latina, tedesca e slava. Si dipana così una storia di primati ed esperimenti, che il volume ripercorre con uso critico delle fonti e una narrazione quasi da romanzo d’avventura (dal risvolto di copertina del libro). |