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Un vecchio manicomio monumentale diventa teatro di una vasta esplorazione della mente dell’uomo oscillante, fin dalla notte dei tempi, fra lucida follia ed insano discernimento.I protagonisti del viaggio sono un saggio fantasioso umanista, la figlia ricoverata ed il nipote nevrotico, legati tra loro non soltanto da vincoli di sangue, ma soprattutto da un sottile solidissimo bandolo della loro “matassa mentale”, che finisce per condizionarne l’esistenza. Attraverso esperienze di vita e meditazioni di varia natura - in una atmosfera continuamente in bilico tra il sogno, la realtà e l’immaginazione - sfilano in ordine sparso dinnanzi a loro decine di comparse, reali o puramente immaginarie, illustri o del tutto sconosciute, per testimoniare e/o dimostrare la complessità della psiche nell’interpretazione degli accadimenti terreni, nel concepimento delle svariate manifestazioni umane (intime ed esteriori), nell’adozione di credi religiosi o puramente intrisi di superstizione, negli orientamenti a volte contraddittori della scienza e, in ultima analisi, nella perenne vana ricerca dell’origine e della destinazione ultima dell’Uomo.
A metà tra romanzo e saggio di psicologia, psichiatria e psicanalisi, il racconto fa meditare sulla realtà che ci circonda, focalizzandosi su manifestazioni ed eventi che possono - a seconda della persona che li vive, del momento o della loro natura e modalità - incuriosire, attrarre, spaventare, incoraggiare, esaltare e, molto spesso, turbare nel profondo.
In ultima analisi, l’esplorazione della mente proposta, rappresenta un messaggio con il quale si vuole mettere a nudo la costituzionale fragilità della mente umana, ma, al tempo stesso, esaltarne le enormi potenzialità sulle quali è riposta la possibilità di future inimmaginabili salvifiche scoperte nel campo dello spirito a favore dell’umanità (dal risvolto di copertina del libro). |