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Questo volume non ha né pretese artistico - letterarie, né si prefigge di fare la storia di un periodo che, bene o male, è già stato descritto molte volte, né vuole essere un libro di memorie autobiografiche: troppi diari ed opere simili sono stati scritti da diplomatici di vari Paesi e pochi hanno suscitato un particolare interesse per la loro originalità. Basti pensare alle memorie di tanti Ambasciatori inglesi ed americani succedutisi a Pietroburgo o a Mosca, prima, durante e dopo la rivoluzione e le due guerre mondiali. Pochi han saputo darci qualche previsione o il senso di quello che stava accadendo in un'epoca tanto tribolata: solo un po' di cronaca e qualche pennellata di colore. Unico scopo del presente scritto è quello di riportare le impressioni, i ricordi di una famiglia ed in particolare di un uomo, appartenente ad una delle generazioni più provate dalla storia del nostro Paese, il quale, nella sua veste di diplomatico, ha potuto assistere a molti avvenimenti ed avvicinare alcuni dei protagonisti di tale epoca sciagurata. L'intento prevalente è quello di dire la "verità" in relazione ad avvenimenti direttamente vissuti o uditi raccontare da qualche protagonista; lanciare una denuncia delle nostre condizioni morali e politiche e cioè della corruzione dilagante che minaccia di sommergere l'Italia e di assimilarla ad un Paese balcanico o sud-americano. Forse è una presuntuosa illusione, ma potrebbe essere di qualche utilità denunciare fatti e responsabilità che sono stati all'origine di molte nostre tribolazioni (dal risvolto di copertina del libro). |