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Dall'Europa all'Australia, dagli Stati Uniti al Canada, al Messico, al Brasile, all'Argentina, all'Albania, all'Algeria, alla Bosnia, all'India, all'Iran, all'Iraq. Sulle pagine di questa antologia, in un affresco davvero policromo, si affiancano narratori e poeti italiani che hanno scelto di vivere all'estero, e nuove voci, gli "scrittori migranti", con la doppia, se non addirittura plurima, identità di patria e lingua. Sulla scena un'Italia mitizzata dalla lontananza e dalla fantasia o, più semplicemente, quotidiana, diversa, tutta da scoprire. L'esperienza è quella di leggere la propria lingua a tratti stravolta e rinnovata da autori che non sono di origine italiana, oppure volutamente piegata a sonorità che vengono da lontano. Ogni dialogo culturale si arricchisce solo nel segno dell'incrocio e dell'incontro che, nella scrittura, significa la rottura di molti stereotipi e l'ibridazione di storie e modelli letterari. È "la ricchezza dello sguardo" da cui possono uscire riossigenati e rinvigoriti l'espressività e l'immaginario narrativo. In un mondo che si muove sempre più verso la globalizzazione, L'italiano degli altri fa meglio comprendere come sia cambiata, e come stia cambiando, l'immagine del nostro Paese, sul doppio versante dell'immigrazione e dell'emigrazione intellettuale (dal risvolto di copertina del libro). |