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Il romanzo ha
vari protagonisti. Jenny, un’ebrea tedesca deportata nel campo di
concentramento di Riga. Lorenzo, un ufficiale italiano in Corsica, nel
caos dell’8 settembre 1943. Irina ed Aleksejs, una storia d’amore a
tratti surreale, nel quadro della sosta forzata del presidente italiano
Leone a Riga, nel 1975. Un viaggiatore, complice involontario di un
omicidio e testimone di altri delitti, che una notte, nel 1977, si
accorge di essere sull’orlo del suo fallimento umano. Storie che non
hanno apparentemente niente in comune. Tuttavia, i fili di queste storie
si riannodano nelle mani del viaggiatore, con la complicità del celebre
romanzo di Stendhal, Lucien Leuwen. Il destino di Jenny, Lorenzo, Irina
ed Aleksejs prende le forme di sceneggiature legate da quel libro, sui
cui margini Lorenzo ha annotato la sua storia, come se fosse un diario
di fortuna, abbandonandolo poi alla sua sorte. Il viaggiatore,
tormentato dalla sua inadeguatezza e dall’improvvisa urgenza di porvi
rimedio, rinviene quel volume dimenticato in treno, si appassiona alla
lettura di quelle annotazioni, si immedesima nei personaggi, che
resistono al proprio destino, cercando di cambiarlo, o meglio di
conquistarlo, ritrova se stesso da giovane, tipico eroe stendhaliano, e
riconosce che tutti quanti appartengono ad una specialissima famiglia,
quella degli amici di Lucien Leuwen.
Nella prima parte del libro (Jenny per vivere), si rileva l’azione
svolta dal console generale a Danzica, Camillo Giuriati, e dal primo
segretario a Berlino, Michele Lanza, per salvare Jenny Cozzi, un’ebrea
tedesca vedova di un ufficiale italiano, deportata a Riga. E’ un
episodio poco conosciuto, sulla linea dell’azione svolta da diplomatici
e militari italiani, durante la seconda guerra mondiale, per contrastare
le deportazioni degli ebrei.
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