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    LIBRO AL GIORNO: La diplomazia immorale. "IL VOLTO DEL NEMICO"  La Stampa, 24 January 2001   Giulietto
    Chiesa È
    raro trovare un libro tanto stimolante, dove si possono rintracciare
    numerosi fili d'Arianna che potrebbero aiutarci a uscire dai molti labirinti
    della nostra epoca. C'è
    solo l'imbarazzo della scelta, anche se stiamo parlando di un libro
    ""scomodo"". Prima di tutto per chi lo ha scritto: un
    giovane diplomatico di lunga carriera, che non esita a prendere sotto
    scrutinio, a tratti impietoso, l'intera categoria di cui fa parte, con i
    suoi stereotipi pilateschi, le sue molte viltà
    e rari coraggi. Roberto Toscano, l'autore - attualmente capo della
    Unità
    di Analisi e Programmazione del Ministero degli Esteri - punta la sua
    analisi pungente contro gli adepti della scuola di pensiero del ""realismo
    amorale"", cioè
    coloro che ritengono improponibile ogni applicazione dell'etica alla
    diplomazia e dell'etica alla politica. La ""scomodità""
    del libro consiste dunque nel fatto che esso s'indirizza a categorie ben più
    vaste di quella dei diplomatici: dai giornalisti ai politici di professione.
    E non è difficile constatare che i
    ""realisti amorali" " costituiscono la maggioranza
    soverchiante dei primi, dei secondi e dei terzi. A tal punto che l'idea
    stessa di scrivere un libro con il sottotitolo ""La sfida
    dell'etica nelle relazioni internazionali" " apparirà a
    molti un esercizio stravagante, sicuramente controcorrente, perfino
    provocatorio. A chi lo leggerà
    suggerisco di non farsi intimidire dalla complessità
    della tematica. Non si tratta infatti di un pamphlet sommario e pungente, ma
    di un lavoro organico e che affronta i principi fondanti dell'intero
    rapporto tra etica e politica. Che tuttavia riesce a mettere in evidenza il
    rapporto ahimè
    tremendamente stretto tra le grandi categorie e le pratiche operative. Chi
    scrive ha assistito di persona all'applicazione del ""realismo
    amorale"" alla gestione dell'intera fase post-comunista russa da
    parte delle cancellerie occidentali, nessuna esclusa: il tutto nel più
    rigoroso disprezzo dell'etica, della verità,
    perfino della elementare decenza. In nome del realismo (per giunta presunto)
    si sono infrante tutte le regole morali e democratiche, gli stessi valori
    fondamentali delle società liberali, di cui ci diciamo
    così
    orgogliosi. Ma il volume è
    pieno di stimolazioni fulminanti. Come quando Toscano mette a confronto il
    ""metodo dialettico"" con il ""metodo
    dialogico"", mostrando come la visione dialettica dei processi
    storici (in Hegel come in Marx), con la sua immanente tendenza a negare il
    diritto all'esistenza di ciò
    che risulta ""superato"", si riveli del tutto incapace
    di accettare ""la possibilità
    di una coesistenza delle diversità"" in un mondo in
    cui le diversità sono poste a contatto con
    frizioni che non hanno precedenti nella storia umana. Cioè
    vi sono contraddizioni ""non superabili"", sintesi
    ""impossibili"". Il metodo dialogico è
    più adatto di quello dialettico
    ad affrontare le sfide del futuro. E le stesse tesi sulla ""fine
    della storia"", sebbene giungano dalla filosofia neo liberale, non
    sono che discendenti minori della stessa corrente di pensiero dialettica. La
    quale tende a percorrere lo stesso cammino dei suoi principali nemici, i
    marxisti, ritenendo possibile una omologazione planetaria sotto il segno di
    una globalizzazione dominata dall'occidente.  
 last update 20/12/06 |